Consigli per la ristrutturazione: la rimozione e la bonifica dell’amianto

Mar 18

PUBBLICATO DA: Admin| DATA: 18/03/2019 Share on Google+

Ormai tutti conoscono i rischi che comporta l’amianto e quanto sia necessario un tempestivo intervento per la sua rimozione.

Questo materiale fibroso infatti, è stato largamente usato fin dagli anni 70 per la costruzione di tetti e tubature, per poi approdare al suo totale divieto col decreto 257/92 dopo una attenta analisi del Organizzazione Mondiale Sanitaria che ne ha riscontrato l’elevatissima pericolosità.

L’eternit infatti, rilascia nell’ambiente sottilissime fibre che, se respirate, si depositano negli alveoli polmonari causando una malattia irreversibile detta absestosi.

Sono nati per questo motivo movimenti ed organizzazioni mirate a tutelare i diritti di professionisti che hanno riscontrato questo tipo di malattia professionale, oltre a numerosi organi di controllo per il monitoraggio delle discariche abusive.
Lo stato inoltre ha stanziato, anno dopo anno, numerosi fondi fiscali e agevolazioni per tutti coloro che si sono dovuti adeguare alla ristrutturazione dei propri edifici.

Trattandosi di un passaggio molto dispendioso però, molti committenti si sono rivolti alle azioni di bonifica amianto .

E’ importante sottolineare come l’intervento di bonifica non sia un’azione definitiva e di come la scelta di attuare questa soluzione temporanea non sia libera, ma soggetta ad alcune rilevazioni sullo stato di conservazione e la quantità di eternit deteriorato.

Come si riconosce un amianto usurato?

La superficie danneggiata presenta frammenti e corpi pendenti, spaccature, friabilità e presenza di infiltrazioni d’acqua.
Tenere una copertura in questo sta è illegale oltre che estremamente pericoloso, quindi la prima cosa da fare è rivolgersi ad una ditta specializzata che si occupi per l’appunto di bonifica e smaltimento amianto.

Solo le aziende certificate infatti possono intervenire tempestivamente e nel rispetto delle norme, ponendo particolare attenzione alla formazione e alla tutela dei propri lavoratori.

Attraverso un sopralluogo, la ditta stabilisce quale possa essere la bonifica migliore da attuare, dopodiché redige, insieme al preventivo, un piano di lavoro che comprende non solo la posa in opera ma anche tutta la parte burocratica riguardante la segnalazione agli organi competenti, come per esempio l’ASL.

Quali sono le tecniche di bonifica amianto?

Quando sia possibile intervenire senza una rimozione totale dell’eternit, si possono scegliere diverse tecniche di bonifica a seconda dei casi.

I più utilizzati sono l’incapsulamento e il confinamento. L’incapsulamento non è nient’altro che il rivestimento dell’amianto usurato attraverso materiali ricoprenti di diversi spessori. Questa azione fissa le fibre e ne impedisce la dispersione.

Il confinamento invece avviene quando vi siano parti in eternit in edifici pubblici: attraverso l’utilizzo di barriere la parte viene isolata e viene impedito l’accesso alle persone.

Le procedure sono ovviamente più complesse, ma in queste poche righe ne viene concentrato il concetto.

Incapsulamento e confinamento devono essere costantemente monitorati onde evitare fessurazioni e usura, pertanto la ditta specializzata si prefigge di redigere un attento piano di controllo.

Come già detto questa soluzione è temporanea, poiché non è possibile, soprattutto in caso di coperture dei tetti, rabboccare continuamente il materiale incapsulante, poiché potrebbe causare il cedimento della struttura a causa del peso eccessivo.

La scelta di smaltire l’amianto resta preferibile, soprattutto in vista degli Ecobonus stanziati per chi decide di intraprendere questa via. Anche in questo caso la ditta alla quale ci si rivolge, può effettuare il servizio di consulenza fiscale necessario a fare domanda per le agevolazioni.