Come risolvere il problema delle crepe nei muri

Oct 14

PUBBLICATO DA: Admin| DATA: 14/10/2016 Share on Google+

Buona parte del territorio italiano è interessato da problematiche legate al dissesto idrogeologico, i cambiamenti del clima e gli eventi estremi di alluvione e siccità negli ultimi anni si sono molto intensificati. Se si aggiunge che nei centri storici non mancano dissesti legati a perdite della rete fognaria e idrica che rammolliscono e dilavano il terreno al di sotto delle nostre case, è facile capire come molto del patrimonio edilizio italiano sia interessato da cedimenti delle fondazioni, con crepe e lesioni sui muri diffuse su molte strutture storiche ma anche di recente costruzione.

La prevenzione in questi casi dovrebbe essere la prima arma ed in particolare la manutenzione degli edifici (rete fognaria, regimazione delle acque etc…) ed il rispetto della normativa in modo da evitare che questi problemi si manifestino. Quando però il problema è già presente sono principalmente due i tipi di intervento per il consolidamento fondazioni che possono essere attuati:

  • sottofondazioni profonde con micropali in acciaio che trasferiscano i carichi in profondità a terreni stabili

  • consolidamento del nodo terreno - fondazione con iniezione di resine a lenta espansione.

Ecco due esempi di applicazioni di queste metodologie

Esempio di applicazione per il consolidamento di una abitazione civile in provincia di Venezia con micropali pressoinfissi:

La problematica affrontata nel caso in oggetto riguarda il cedimento differenziale di due porzioni molto estese di un fabbricato in muratura, a due piani, sito nella bassa pianura veneta e precisamente nel comune di Cavarzere. La struttura presentava importanti cedimenti con lesioni passanti in evoluzione legate all’abbassamento della falda acquifera ed alla presenza di terreni argillosi organici e torbe molto compressibili.

Vista la natura particolare del terreno, si è deciso di intervenire con micropali che ancorassero le fondazioni a terreni più stabili e precisamente ad un banco di sabbie compatte individuato dalla profondità di 5 metri in poi.

L’installazione dei pali è avvenuta con l’ausilio di martinetti idraulici solidarizzati alla fondazione dell’edificio mediante apposite piastre in acciaio dedicate, che si ancorano saldamente alla fondazione mediante tassellatura. La fondazione dell’edificio e la sovrastante struttura realizzano, di fatto, la struttura di contrasto che consente l’infissione in profondità della batteria di elementi fino al raggiungimento dell’orizzonte solido.

Ecco le fasi operative:

- scavo per rendere accessibili le fondazioni - fissaggio delle piastre alla fondazione

- impostazione del martinetto sulla piastra - infissione dei pali a contrasto

- controllo della pressione di installazione e della risposta della struttura

- collegamento finale palo struttura con piastre d’acciaio e bulloni

In 4 giorni sono stati installati 23 pali di diametro 114 mm, pressoinfissi nel terreno fino a 10 metri di profondità. Eì stata verificata la pressione di infissione e la portata raggiunta per ogni palo installato, inoltre ogni micropalo è stato precaricato con pressioni maggiori di quelle di esercizio in modo da riattivare la fondazione ed evitare il rischio di assestamenti futuri.

La tecnologia di pali precaricati SYSTAB presenta numerosi vantaggi tra cui:

  • nessun impiego di acqua né fanghi e nessuna estrazione di terreno

  • cantiere rapido a ridotta invasività e senza vibrazioni dannose

  • precarico per annullamento dei cedimenti primari

  • controllo della portata raggiunta per ogni palo

  • tecnica attiva che consente di ottenere sollevamenti e riattivazione immediata della fondazione.

Guarda il video su http://www.systab.it/pali-precaricati-systab/

Consolidamento di un edificio abitativo con iniezione di resine espandenti SYSTAB

Anche consolidare una abitazione civile può non essere una passeggiata, soprattutto se si tratta di una abitazione ristrutturata e abitata e se i cedimenti riguardano sia le murature perimetrali che i muri portanti interne.

Il metodo basato sull’iniezione di resine espandenti è forse la tecnologia meno invasiva presente sul mercato e consente di consolidare il nodo – terreno fondazione eseguendo perforazioni di 25 mm di diametro, con attrezzature manuali che possono essere impiegate agevolmente senza scavi o demolizioni di alcun tipo.

Recentemente è stato eseguito il consolidamento di una abitazione civile sita in provincia di Firenze, sulle colline di Impruneta. Il fabbricato presentava cedimenti differenziali estesi a tutta una porzione della struttura, verosimilmente causati dalle infiltrazioni di acqua provenienti da una vecchia cisterna di raccolta delle acque piovane.

Le iniezioni di resine hanno consentito di:

  • migliorare le caratteristiche geomeccaniche del terreno argilloso riducendo i fenomeni di ritiro e rigonfiamento tipici di questi materiali
  • riempire i vuoti e compattare il terreno rammollito dall’acqua
  • riattivare completamente l’impronta fondale dell’edificio.

L’intervento esteso a 60 metri lineari di fondazione ha richiesto circa 4 giorni lavorativi ed è stato eseguito monitorando la struttura con livelli laser ed eseguendo in corso d’opera la verifica dei risultati mediante esecuzione di prove penetrometriche pre e post iniezione.

Entrambe le tecnologie descritte possono essere una soluzione conveniente e non invasiva, ai problemi di cedimento delle fondazioni,

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